Dalla mente all’anima

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Dalla mente all’anima è il percorso di una vita. La mente dovrebbe essere il nostro GPS, il servomeccanismo che ci permette di andare verso lo scopo della nostra vita. Siamo noi a dare comandi alla nostra mente, a indirizzarla verso i nostri valori e verso gli obiettivi che ci fanno evolvere. Dobbiamo uscire dalla catena dei perché per soffermarci sul come e sul cosa. La mente va pilotata verso nuovi indirizzi per svolgere al meglio i suoi compiti. Invece non è proprio così! La nostra mente è profondamente imbevuta di forme-pensiero del sistema che ci impone un controllo molto rigido. Questa è la nostra MATRIX con tutte le programmazioni provenienti dal passato. Se ci identifichiamo con la nostra mente siamo dunque spacciati. Crediamo sia tutto vero invece è solo illusione. Il processo, al contrario, dovrebbe essere quello di comprendere lo scopo della nostra vita per andare verso il sentire e connetterci direttamente con l’anima. Ma anche qui non è semplice, in quanto è dimostrato che le emozioni generano pensieri ma è anche vero il contrario: i pensieri generano emozioni. Perciò è fondamentale discernere se il sentire è un risultato di un’attività mentale o si verifica nel qui e ora del nostro fare esperienza. Quando noi apriamo il cuore occorre fidarsi del proprio sentire e non più della realtà esterna. La mente va ripulita di tutte le certezze e le emozioni del passato. Se non facciamo questo è il passato che si continua a ricreare così come lo abbiamo conosciuto. Solo quando puliamo la mente ci possiamo permettere di entrare in connessione con l’anima. La mente deve diventare uno strumento a nostro uso e non controllo esercitato dal sistema. Le forme-pensiero, invece, danno continui colpi di coda per mantenere il controllo. Sono egregore e possono essere create anche da un pensiero ossessivo. Generalmente le egregore sono forme-pensiero di gruppo e hanno la caratteristica di essere sempre “sveglie”, in attività. Sono delle “menti di gruppo” cariche di emotività e si formano anche in ogni religione organizzata in quanto le preghiere continue e costanti di migliaia di fedeli alimentano una “mente collettiva”. Quindi alimentare e aderire a una egregora implica una perdita di autocoscienza in favore di una mente di gruppo.

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