Amore; Anima; Ascolto; Attaccamento

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AMORE

L’amore, che simbolicamente può essere definito come la forza universale in assenza della quale gli esseri non potrebbero vivere, crescere e fiorire nelle loro potenzialità, rappresenta ben più di un sentimento e di un’inclinazione.  Non si dà amore per qualcuno o per qualcosa (ad esempio un ideale, una divinità, un progetto di vita…) senza desiderio. Fondamentale nell’amore è lo slancio che, coinvolgendo l’essere umano nella sua interezza, lo apre all’alterità, spingendolo nel tempo a rafforzare e intensificare il legame generativo con l’amato/a.  Si danno diversi tipi di amore: l’amore dei genitori per i figli, quello di coppia, quello più generale verso l’umanità, l’amore per la giustizia… tutti questi tipi d’amore hanno in comune la sollecitudine premurosa e comportano il desiderare il bene dell’altro (degli altri) tanto quanto il proprio e persino di più. Chi ama si sente immerso in una corrente di vita che lo conduce oltre la sfera ristretta e ripetitiva dell’autointeresse, sperimentando un senso di appartenenza crescente alla comunità dei viventi. Il filosofo Martin Buber ha dunque potuto scrivere che “L’amore non coinvolge l’io, come se per l’amore il tu non fosse che il “contenuto”, l’oggetto ; l’amore è tra l’io e il tu”. Amare inevitabilmente espone al rischio della perdita e del fallimento ed implica una progressiva e consapevole rinuncia al possesso dell’altro. Nell’esodo dalla logica brutale che intreccia dominio, identità, proprietà e sacrificio l’amore dà vita a una sua logica liberante centrata sulla distribuzione equa di potere,  sulla relazione, sulla comunione e sul dono.

ANIMA

Con questa parola ci si riferisce allo sfuggente principio vitale dell’essere umano. Il fatto di non poterlo definire mediante criteri di osservazione oggettivi ha spinto le diverse culture ad evocarlo attraverso immagini come il soffio, l’aura, il vento. L’anima, in questo senso, ha a che fare con l’invisibile. Questo concetto, tuttavia, non implica di per sé un’opposizione al corpo e al mondo delle pulsioni. L’anima, che non si riduce affatto alla cosiddetta anima personale, è innanzitutto “anima mundi”, soffio di vita transindividuale che attraversa i singoli e con essi sperimenta l’avventura del divenire e della materia.

ASCOLTO

L’ascolto, soprattutto nel campo delle relazioni di aiuto, non comporta solo il porgere attenzione all’altro sentendo i suoni, le parole e le frasi che vengono pronunciate. Ascoltare è più che udire. La qualità dell’ascolto va dunque di pari passo con la presenza empatica e con la capacità dell’ascoltatore di cogliere gli aspetti paraverbali e non verbali che accompagnano il discorso dell’interlocutore. L’unica forma di ascolto utile, per facilitare il contatto con le emozioni e la presa di decisione responsabile sui problemi della vita, è quella che sospende il giudizio di valore sull’altro per accedere all’accettazione incondizionata della persona.

ATTACCAMENTO

Questa parola ha diverse valenze, spesso opposte. In positivo definisce i legami che ci tengono in vita contribuendo alla costruzione della nostra identità e al mantenimento di una sufficiente stabilità psicologica  e antropologica. La presenza al mondo degli esseri umani è dipende dalla qualità di questi attaccamenti (affettivi, materiali, spirituali…). In negativo si parla di “attaccamento” quando si vuole definire la tendenza, invischiante e limitante, a misurare i rapporti con gli altri sul metro del possesso e del desiderio egoistico. La tradizione buddhista e i principali cammini sapienziali dell’umanità ribadiscono che l’attaccamento ansioso alla vita, ai beni materiali e al proprio “io” è all’origine della sofferenza esistenziale.

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