Il potere della comunicazione

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Conosciamo tutti il potere forte della comunicazione a livello informazionale; un potere sia manipolatorio sia esplicitato, comunque un potere enorme. Nel campo della comunicazione cosciente chi partecipa al processo sa decodificare i segnali del proprio interlocutore e riesce a monitorare il proprio stile comunicativo. Eppure, se andiamo oltre a un approccio esclusivamente logico-digitale, troviamo che i livelli della comunicazione sono diversi e intrecciati: verbale, paraverbale e non-verbale. Ciò vale a dire che il contenuto della comunicazione ha un ruolo ridotto rispetto alla centralità del messaggio analogico (paraverbale e non-verbale). Dico a una persona “Ti amo”, ma lo dico con un tono freddo e con la postura chiusa: non sono le parole, qui, che arrivano e mettono in movimento le emozioni! L’informazione che trasmetto è soprattutto la chiusura!

Questo ci consente di parlare di congruenza e incongruenza, di coerenza e incoerenza (tra livelli differenti della comunicazione). Accanto a questo è interessante il capitolo che riguarda le emozioni che non vengono vissute e trasformate sul piano energetico, ma sono represse, non accolte, senza riuscire a riconoscerle e integrarle. Le emozioni sconnesse mettono in campo una comunicazione parallela e inconsapevole. Quando una persona è arrabbiata e la rabbia non è stata integrata, l’emozione in questione tende a farsi invadente, a prevaricare, anche se il soggetto vuole essere accogliente e gentile verso gli altri. La risposta che si riceve sarà così molto diversa da quella che la persona spera di ottenere. La persona vorrebbe comunicare apertura e disponibilità, ma la sua parte rabbiosa non trasformata determina invece una reazione di tutt’altro genere (che può andare dalla semplice distanza alla manifestazione di fastidio da parte dell’altro).

Un aspetto della comunicazione ancora più rilevante è quello della zona sommersa e inconscia. L’inconscio è la parte in ombra della persona, in cui si muovono anche energie oscure, in cui siamo portatori dei messaggi dei nostri antenati e di emozioni non nostre. Nell’inconscio albergano le paure dei nostri genitori e le tante forme pensiero inconsapevoli del sistema culturale di appartenenza. La comunicazione inconscia, nient’affatto innocua, può essere addirittura devastante, in quanto totalmente inconsapevole per tutti i membri coinvolti nel processo comunicativo.

Nasce una bambina, ma il padre voleva un maschio a cui trasmettere le sue capacità e i suoi valori, un maschio con cui “giocare”. Ci mette tempo per farsene una ragione, e in questo modo trasmette un rifiuto che viene registrato comunque dalla figlia. Una donna rimane incinta e il feto inizia a registrare ogni emozione e sensazione che arriva dalla madre, senza che lei ne sia consapevole…

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