di Roberto Costantini
Osservare una persona catturata dal proprio ego è molto istruttivo. Si possono mettere a fuoco i suoi gesti e gli atteggiamenti infantili inconsapevoli: comunque sia la mente è orientata sempre al proprio tornaconto. Come un bambino che vuole tutto e subito, trattiene per sé e non si preoccupa di dare qualcosa agli altri, anche l’adulto egocentrico pensa esclusivamente a come soddisfare i propri bisogni. Assistiamo, dunque, a un continuo mettersi al centro, a un inarrestabile volere, volere, volere… per se stessi. Vuole le coccole, essere riconosciuto, essere valorizzato, visto e ascoltato. Si impone e dice la sua verità che non mette in discussione. Non sopporta il confronto e guai a contraddirlo! Manca un atteggiamento costruttivo, l’umiltà qui non è di casa. Le insicurezze sono mascherate da finte certezze indiscutibili. L’ego fa terra bruciata, impedisce lo sviluppo di capacità dialogiche, finge di essere autosufficiente, negando così la nostra natura incarnata e interdipendente. Una persona del genere non riesce a tenere insieme il proprio benessere e quello altrui. Forse, nei passaggi critici della vita, questa corazza può essere finalmente avvertita come troppo pesante, una difesa che soffoca nell’atto stesso di proteggere.