Un progetto di Counseling Scolastico: “Star bene insieme nella relazione”

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Condividiamo dei frammenti selezionati dalla tesi che la counselor Emanuela Esposto ha realizzato per concludere i tre anni del Master in Counseling ASPIC.

UN PROGETTO DI COUNSELING SCOLASTICO: “STAR BENE INSIEME NELLA RELAZIONE”

La scuola oggi non è più pura agenzia informativa e socializzante, ma un’agenzia formativa che si occupa della crescita globale della personalità degli allievi (…).

Oggi sappiamo che i ragazzi, soprattutto grazie all’accesso a internet, possiedono un elevato livello di informazioni, persino eccessivo. Il loro bagaglio di input oltrepassa, sul piano quantitativo, le conoscenze di molti adulti. Possiedono infatti molta dimestichezza con la tecnologia, grazie alla quale possono ricavare tutte le notizie che vogliono. Oggi dunque non è una priorità della cultura fornire informazioni in quanto tali. Afferma Edgar Morin: «Ovunque, nelle scienze come nei media, siamo sommersi dalle informazioni». Quando queste sono troppe anziché costituire un vantaggio, diventano fonte di confusione e disorientamento.

I nostri figli non hanno bisogno di una cultura basata sull’accumulo di nozioni. Oggi ai ragazzi, secondo Morin, occorre un aiuto a migliorare l’organizzazione delle conoscenze che possiedono, a filtrarle e comprenderle a pieno. Scuola e famiglia devono educare i ragazzi ad un miglior utilizzo delle informazioni, aiutandoli a crescere come persone in grado di possedere non solo conoscenze, ma anche una «testa ben fatta». Stimolare in loro la curiosità, favorendo il dubbio, la capacità critica, ascoltando ciò che dicono piuttosto che riempirli di contenuti astratti. È nella relazione infatti che possiamo aiutare i bambini a crescere come persone con la testa ben fatta. Attraverso il linguaggio, la partecipazione, l’ascolto, favoriamo la crescita di persone consapevoli. È importante consentire al bambino di esprimere pensieri, sostenere la propria opinione e prendere in considerazione quella altrui, stare nella relazione con l’altro, esprimere emozioni e saperle riconoscere nel momento in cui si presentano (…).

È in questa nuova accezione di scuola promotrice di benessere e condivisione che si colloca il counseling scolastico, il cui fine è quello di sviluppare un’adeguata capacità comunicativa e di favorire relazioni positive e costruttive tra alunni, insegnanti, genitori ed altre figure educative. Il counseling si configura come una relazione di aiuto non direttiva, fondata su un ascolto attivo ed empatico che, in un clima di rispetto e di attenzione, pone al centro l’altro con i suoi bisogni, valorizzandone le potenzialità di cambiamento.

Secondo Carl Rogers le condizioni di ascolto ed empatia costituiscono gli atteggiamenti fondamentali che tutti i docenti dovrebbero avere. Ecco, allora, che il counseling si sposa benissimo con la realtà scolastica, impegnandosi a raggiungere alcuni obiettivi generali:

  • Promuovere una cultura della prevenzione sostenendo i processi di crescita individuale e quelli di gruppo da un punto di vista relazionale, la libera espressione emotiva e l’attenzione ai processi psicologici da un punto di vista comunicativo.
  • Creare un clima di relazioni che favorisca la crescita personale, il rispetto dell’altro e il senso di appartenenza alla classe, grazie alla collaborazione e alla solidarietà, promuovendo sentimenti di accettazione e di riconoscimento reciproco.
  • Favorire lo sviluppo di competenze relazionali e l’utilizzo di tecniche comunicative per costruire relazioni significative (…).

L’insegnante deve possedere delle competenze specifiche, legate non solo all’insegnamento delle discipline, ma anche al sapersi relazionare in modo efficace ed opportuno con gli alunni, cosa quest’ultima ben più difficile. Non esiste processo di apprendimento senza relazione, che possiamo definire come quel rapporto privilegiato che si instaura tra un docente e i suoi allievi.

L’insegnante, dunque, non deve solo conoscere i contenuti delle discipline (aspetto comunque fondamentale che non può passare in secondo piano), ma anche saperli trasmettere in modo efficace, alternando diverse strategie didattiche, coinvolgendo gli alunni, creando un clima rassicurante, infondendo l’entusiasmo di apprendere.

Come scrive Anna Oliverio Ferraris: «è importante la presenza in classe dell’insegnante nel suo ruolo di guida e di polo di riferimento. La ‘parte’ che l’insegnante assume nella classe è un aspetto chiave del mestiere, che gli alunni percepiscono immediatamente» (…).

La buona gestione della classe è un requisito fondamentale nel nostro lavoro; può sembrare semplice ma non è così scontato. È importante che l’insegnante diventi sempre più recettivo ed empatico in modo da conoscere i reali bisogni del bambino.

Le parole chiave sono almeno tre:
autenticità;
considerazione dell’alunno/a;
empatia.
(…).

È dunque importante saper ascoltare e comunicare in modo efficace con i nostri alunni, dando la possibilità a tutti di esprimersi, creando uno spazio di ascolto attivo, strutturato, fatto di regole precise e chiare, dove la comunicazione risulti non svalutante, ma altamente incoraggiante (…).

Nel lavoro a scuola ho cercato proprio di entrare in empatia con i miei alunni, mi sono concessa degli spazi dove accogliere anche solo per qualche minuto i loro bisogni, i loro sentimenti, i loro racconti. Prenderli per mano, ascoltarli guardandoli negli occhi, osservarli senza giudicarli, senza interferire, senza anticipare soluzioni, ha dato dei grandi risultati.
I bambini si sono sentiti accolti, rispettati, considerati e si sono pian piano calmati e rasserenati (…).

Il counseling è stato la mia più bella scoperta. Grazie al corso professionalizzante che ho frequentato presso l’ASPIC di Ancona, sono riuscita ad utilizzare nuove competenze ed abilità comunicativo-relazionali che ho poi trasferito nella vita e nel lavoro. Notevoli sono stati i risultati sotto ogni aspetto. Conoscere e curare la comunicazione, saper accogliere, ascoltare, riscoprire i talenti, lavorare con passione e forte motivazione sono aspetti che hanno migliorato la qualità della mia vita. ll counseling nella scuola ha portato entusiasmo, apertura e nuovo nutrimento. Questo progetto mi ha dato molte soddisfazioni. L’ho curato con amore e passione e i bambini lo hanno percepito. Al di là dei rapporti conflittuali ancora non semplici da gestire, oggi i bimbi sono più affiatati e gli alunni con il sostegno più integrati (…).

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