LA SCIMMIA, LA CORDA, IL PALO

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di Roberto Costantini

Capita a volte di entrare nel labirinto dei rimuginii, e la mente allora diventa protagonista assoluta con i suoi pensieri incastranti che limitano la nostra libertà. Quando accade questo anche le emozioni virano verso il negativo: ansia, tristezza e nervosismo conquistano la scena. Anche sul piano fisiologico registriamo delle alterazioni, siano esse mal di testa, stanchezza o indolenza. Il tono dell’umore, poi, è regolarmente basso. Per uscire da questo stato è necessario tentare uno stacco, forzare un po’ la situazione senza affidarsi al solo mondo dei pensieri. Non basta, insomma, indirizzare la mente altrove, provare a scacciare i pensieri ripetitivi. Dobbiamo piuttosto attivare il corpo con il movimento: una camminata veloce, una corsa, una piroetta, saltelli e slanci sono esempi di ciò che è più utile per bilanciare il mente-corpo in un modo sano. Occorre poi riaprire i canali sensoriali con la consapevolezza, riappropriandosi del qui ed ora. Vista, udito, olfatto, tatto e sensazioni cenestesiche hanno bisogno di ricevere attenzione sottraendo potere allo squilibrio mentale, fucina di inutili intellettualizzazioni, di rimpianti rivolti al passato e di ansie premonitorie. Il cambiamento di cui parlo non è affatto spontaneo, richiede invece un grande impegno in quanto la ridondante attività mentale assorbe moltissima energia alla persona. Quest’ultima, in altre parole, deve in qualche modo lottare contro una forza di inerzia che vuole stabilizzare il comando. Tornare al corpo e alle sensazioni è possibile solo mettendo in gioco una parolina che spaventa parecchio di questi tempi: disciplina. La mente va disciplinata e riarmonizzata nell’intero dell’esperienza psicosomatica. Per natura gli umani sono portati a divagare, a smarrirsi. Una bella immagine, che proviene dalle discipline orientali, ci aiuta a cogliere il senso di quanto sto affermando. Si parla di una scimmia legata, attraverso una corda, a un palo fissato nel terreno. La scimmia salta qua e là, non sta mai ferma, si affanna per inseguire ogni stimolo perdendo il proprio centro. Ma a un certo punto la sua agitazione subisce uno stop: la corda frena i movimenti automatici e riconduce la scimmia al palo. Fuor di metafora: la scimmia è la mente, la corda è l’esercizio continuo con cui riportiamo la mente al respiro e quest’ultimo è il palo, punto di ritorno che ci consente di placare l’inquietudine. In questa bella immagine mi sembra ci siano tanto il problema quanto la soluzione.

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